Frankspara è quando il pop, rigorosissimo nella
sua struttura e nel risultato, si fonde con il cinico, e insieme umanissimo,
“passeggero oscuro” di Dexter Morgan. Sì, perché Frankspara è il personaggio da
comic strip
animato da Francesco
Viani (voce, basso, pianoforte e chitarre) e Pit D’Aleo (batteria e
percussioni), che coltiva la propria rivoluzione individuale contro il
decadimento sociale e il pensiero dominante e che si fa giustizia da
solo.
Dopo la buona riuscita autoprodotta di Soprattutto nel 2009,
Francesco Viani e Pit D’Aleo insieme con Andrea
Giorgetti (voce, chitarra elettrica e acustica) producono Il Dottor Crepapelle e l’Albero che
Cammina per
l’etichetta bolognese Reincanto dischi.
Il
nuovo album di Frankspara è molto più complesso di quello che potrebbe sembrare
perché si muove – e sempre perfettamente a suo agio – su più percorsi di
genere; le affinità con questo o quel percorso entro i confini nazionali e
quelli internazionali sono sempre dietro l’angolo, ma il merito del disco è
quello di amalgamare con la propria identità ogni retroterra culturale che
potrebbe aleggiare inquietantemente alle sue spalle in maniera ideale. Il dottor crepapelle e l’albero che
cammina, infatti,
non ci propone una tracklist monocorde, ma un variegato
procedere di pop combinato con l’elettronica più sottile e le punte più
delicate del cantautorato doc. Ed è così che Francesco Viani, vestendo i
panni di un ventriloquo, con la sua line-up affronta lo stato d’animo di Frankspara, passando da
leggere ballate cantautorali, vicinissime ad Andrea Chimenti (“Ti sogno ogni notte come ti sogna un
disperato”,”Io
sono l’albero”) e persino a De Andrè (“L’ultima oscurità”), a composizioni
fortemente ancorate alla più classica tradizione pop, ma dal tratto più
marcatamente personale e intimista del progetto (“Canto di un boemo sommerso”, “Prima del
futuro”, “Esecuzione zero”) per proseguire – in linea con Offlaga Disco Pax
(padri del filone new wave italiano) e il più puro indierock internazionale (a
partire dai Bloc Party
in giù e in su) – per le periferie dell’elettropop (“Il suono universale”, “Voglio diventare cretino”,
“Per un eroe minore”). Frankspara
ci apre una porta sul suo modo di vedere le cose, da lontano, ma anche da “così
da vicino”, perché “Il dottor crepapelle e l’albero che cammina” è un resoconto
introspettivo di chi condanna, dopo averne preso coscienza nelle carceri del
proprio pensiero, il conformismo e la consuetudine dilagante e si appresta,
invece, ad affiancarsi a un modello immaginario più vicino al surrealismo che
alla realtà delle cose.
Il
nuovo album dei bolognesi Frankspara, in conclusione, ha delle ottime basi per
un processo di maturazione, che possa condurre a risultati ulteriormente
interessanti dal punto di vista di un più rilevante perfezionamento di una
cifra stilistica del tutto individuale e maggiormente indipendente dai facili
accostamenti.
Simona
Canni – Shiverwebzine (Novembre 2011)