Terzo lavoro per i Frankspara,
trio capitanato da Francesco Viani, che già coi lavori
precedenti aveva dato prova delle proprie qualità. Con “Il dottor
Crepapelle…” la band compie un ulteriore passo in avanti, dando prova di
aver raggiunto (o di essere molto vicino a farlo) la piena compiutezza
stilistica.
I dieci brani che vanno a comporre questo si susseguono fluidamente
all’insegna di un efficace pop dai modi eleganti che non varca mai il
confine della sofisticatezza e dell’autoreferenzialità, miscelato con la
classica tradizione del cantautorato italiano.
Un disco caratterizzato da tonalità il più delle volte solari, a
tratti vagamente oscurate da qualche tinta crepuscolare, che si muove
lungo tre classiche direttrici tematiche: i sentimenti, il rapporto col
sè, l’osservazione della società.
L’umore, anche nelle occasioni più riflessive, è però sempre aperto
all’ironia, al sorriso magari amaro, quando non al sarcasmo (specie
laddove ci si orienta a una critica sociale dai tratti corrosivi: Voglio
diventare cretino è un titolo che dice tutto e rappresenta
probabilmente l’episodio più riuscito del lotto); viene in mente
l’eleganza dei Denovo e, tra le righe, un pizzico dell’ironia di
Graziani, il tutto riportato alla contemporaneità, ad affiancarsi a
certe nuove leve del cantautorato italiano (leggi alla voce: Dente).
I Frankspara fanno dunque centro, con un disco convincente che dà un
pò l’idea dello ‘spartiacque’ apparendo un pò come l’ultimo disco di una
band che vive ancora il proprio processo di formazione stilistica e il
primo lavoro di chi, avendo già concluso questo primo periodo di
‘evoluzione’, comincia a lavorarci attorno per cercare di arricchire
ulteriormente il proprio bagaglio di idee… la curiosità per il proseguio
resta più che mai intatta.